La ministra dell’istruzione invia i bandi ai sindacati: 48.500 mila posti in ruolo, assunzioni retrodatate. Maggioranza spaccata. Attesi 240 mila candidati in tutta Italia. La Cgil: “Pronti ad azioni”. La Azzolina: “Se dovessi riscrivere il decreto per un anno nessun insegnante in ruolo”
I contestati concorsi per 48.500 docenti si faranno, la ministra Lucia Azzolina va avanti da sola. Il ministero, dopo un irreale incontro a distanza avvenuto questa mattina alle dieci, ha fatto pervenire ai sindacati i bandi per posta certificata. Il grande concorso ordinario da 24 mila posti per tutti i cicli scolastici – infanzia, primaria, secondaria di prima e secondo grado – riceverà le domande di partecipazione dei candidati dal 15 giugno al 31 luglio e si svolgerà, nelle intenzioni della ministra, a inizio ottobre. Test a crocette per la gigantesca prova selettiva, i computer installati in sedi regionali tutte da trovare e, oggi, difficili solo da immaginare. La prova straordinaria per le superiori e, insieme, la procedura abilitante – sono altri 24.500 mila posti – prevedono invece l’invio delle domande dal 28 maggio al 3 luglio e, secondo la ministra, si potrà svolgere anche ad agosto.
I sindacati chiedono una procedura per titoli e anzianità. Così anche i precari interessati. Il Consiglio superiore dell’istruzione ha espresso diversi “no”: inascoltato. Oggettivamente la situazione per un impegno in presenza su tutto il territorio nazionale appare complicata, oggi e in prospettiva. Nelle due prove, infatti, si stima una presenza tra 180 e 240 mila candidati.
La videoinformativa che si è tenuta il 17 aprile,sui bandi è stata preceduta dall’ultimo tentativo di accordo in maggioranza: fallito. All’incontro in remoto con i sindacati non si sono presentati i segretari generali di settore. Il capodipartimento Max Bruschi ha provato a illustrare il decreto ministeriale ai delegati, ma è stato interrotto in maniera tranchant dal rappresentante della Cisl: “Ci invii le carte, grazie”. Inviate, “a mero titolo conoscitivo”. I rapporti governo-confederali sono tesissimi, ormai. Il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, nel corso di una videoconferenza sulla didattica a distanza, ieri ha detto: “La direzione di questo ministero è inadeguata, l’ostinazione della ministra incomprensibile. Il nostro dissenso su tutta la linea intrapresa, concorsi, graduatorie, mobilità, è totale e lavoreremo per farla cambiare. Siamo pronti a ogni forma di lotta possibile nelle condizioni date dal momento storico, la prossima settimana con duecento delegati decideremo quale sarà”. La segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi: “Il concorso arriva fuori tempo massimo, per il reclutamento servono misure straordinarie. Se la ministra persegue questo percorso, a settembre ci sarà un numero spropositato di supplenti. E’ inspiegabile la scelta sui posti di sostegno: l’offerta è nettamente superiore al numero di chi oggi ha un titolo di specializzazione”.
Voto “sette” come minimo
Il concorso ordinario assegna a titoli e anzianità 20 punti e prevede una prova selettiva se i candidati saranno quattro volte superiori ai 24 mila posti destinati: sarà svolta al computer con risposte crocettate su domande di logica, cultura generale, normativa scolastica. La prima prova scritta (da sviluppare in due ore) varrà 40 punti al massimo e minimo 28 (serve, quindi, un “sette” per superarla). Ci sarà, a seguire, una prova pratica (con tempo a disposizione, a seconda della classe di concorso, tra 8 e 10 ore): anche questa vale fino a 40 punti, la sufficienza è sempre a quota 28. Chi passerà le due prove andrà all’orale, 45 minuti al massimo: la valutazione resta compresa tra 28 a 40.
Il concorso straordinario abilitante prevede l’assunzione nella scuola secondaria statale (medie e superiori) per l’Anno scolastico 2020/’21. E’ riservato a tutti gli insegnanti con un’anzianità di servizio di almeno tre anni, anche sul sostegno, di cui uno nella classe di concorso per la quale affronteranno la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di 28 punti in una prova scritta computer based. I vincitori andranno subito in cattedra e saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà rinforzato con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire il punteggio minimo (i 7/10), altrimentri il ruolo non sarà confermato. I vincitori del concorso dovranno restare almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.
I docenti che risulteranno “idonei”, ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo, potranno abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato e sosterranno una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari. Poi potranno partecipare a nuovi concorsi.