Rinnovare il contratto della scuola, visto che la scadenza del 31 dicembre si comincia ad avvicinare: l’intenzione è stata espressa il 30 agosto dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, parlando ad Omnibus su La 7.
Il ministro: servono docenti preparati e attivi
“Vogliamo rivedere il ruolo del docente, responsabilizzandolo perché diventi la pietra angolare del sistema di formazione. I ragazzi hanno bisogno di docenti preparati e attivi”, ha dichiarato il ministro.
Il responsabile del Miur, quindi, ha quindi fatto intendere che ha intenzione di cambiare il sistema normativo che regola la funzione docente, introducendo probabilmente delle regole più rigide sul fronte della formazione e dello stare a scuola. L’impressione, inoltre, è che si voglia, in ogni caso, insistere sulla scia della Buona Scuola, nella parte che riguarda la meritocrazia. Confermando, quindi, in tal caso, il bonus merito annuale introdotto proprio con la Legge 107 del 2015. E lo stesso vale, naturalmente, per il bonus dedicato alla formazione obbligatoria, magari aprendolo anche ai precari.
Nessun riferimento, invece, alla parte economica, per la quale rimane decisivo l’impegno che il Governo vorrà assumere attraverso la prossima legge di Bilancio.
Nuovo anno con 1.700 presidi mancanti
Bussetti ha anche parlato delle tante scuole prive di capo d’istituto e che andranno inevitablmente in reggenza. “Abbiamo una mancanza in organico di 1.700 presidi”, ha ammesso il ministro dell’Istruzione.
“Abbiamo già attivato una prima procedura concorsuale per coprire queste mancanze e faremo altri concorsi. Tutto è dovuto al fatto che non si fanno concorsi da anni perché si è assunto molto fino agli anni 70-80 ed ora molti vanno in pensione; serve un rinnovo”.